La definizione “agnostico pio”, che papa Francesco conia per il fondatore di Slow food Carlo Petrini nei loro dialoghi sulla ecologia integrale confluiti in “Terrafutura” merita qualche approfondimento. (Di “Terrafutura” si parla ampiamente in DUE SCALTRI PURI DI CUORE ALLEATI PER IL DOPO-COVID)
Nel primo dialogo, datato il 30 maggio 2018, Petrini osserva: “Lei sa che sono agnostico..”. “Agnostico pio, – lo ferma Bergoglio – Lei ha pietà per la natura, e questo è un atteggiamento nobile”. Il fondatore di Slow food coglie l’occasione per osservare come il mondo laico e quello credente continuino a “marciare paralleli” e che non ci sia “l’abitudine al confronto e all’azione comune tra credenti e non credenti”, anche di fronte alle “sfide sociali e ambientali”. Papa Francesco ricorda “la grande intuizione di Benedetto XVI” che nell’ultimo incontro interreligioso che tenne ad Assisi invitò anche gli agnostici, spiegando che “anche loro hanno qualcosa da darci. A tutti i credenti, di qualsiasi religione siano, gli agnostici devono parlare”. “Anche i credenti, quelli che sono aperti al trascendente – chiosa papa Bergoglio – devono capire l’umanesimo agnostico, che è una realtà. E’ su questo piano di comprensione che si potrà dialogare”. La conversazione prosegue con Petrini che cita Romano Guardini e il papa che spiega la necessità che il dialogo come metodo implichi l’”onestà” e il fatto che “non posso essere onesto con le persone se non lo sono anche con la natura, con l’ambiente, con la vita che mi circonda. Non c’è onestà senza altruismo”. Quando poi, a conclusione del terzo dialogo, il 9 luglio 2020, Petrini ringrazia papa Francesco “..per il tempo che mi ha dedicato. Anche a un agnostico come me”, Bergoglio commenta: “Beh…L’importante è la coerenza con se stessi. Se uno è coerente, non c’è problema. I farisei erano incoerenti”.
Appena letta la definizione “agnostico pio” è stato spontaneo per molti pensare a quella di “ateo devoto” che ha intrecciato il dibattito politico italiano con una parte del pontificato di Ratzinger, in modo fuorviante; ma né Petrini né Bergoglio vi accennano, almeno nel testo pubblicato. Però il direttore di Civiltà cattolica Antonio Spadaro, come riferisce l’Osservatore romano, presentando il libro, ha osservato: “Vorrei attirare l’attenzione sulla differenza radicale tra il dirsi ‘ateo devoto’ ed essere ‘agnostico pio’, nella lettura che papa Francesco fa di questa espressione. La pietas per Francesco ha un significato ben preciso e riguarda non tanto la frequentazione di temi cattolici o ambienti curiali, ma l’atteggiamento nobile nei confronti della natura. Una pietas davvero laica, dunque, ma che implica una apertura naturale alla trascendenza”.
© 2019 Giovanna Chirri