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LE “PORTE APERTE” DI CHI NON TEME GLI IMMIGRATI. MARAZZITI RACCONTA UN PAESE ANCORA UMANO

Un viaggio nei luoghi dell’Italia  dove si trova ancora generosità. Un percorso che permette di assaporare la ricchezza del rapporto con le altre religioni, di riscoprire il volontariato vero che non cerca finanziamenti ma mette a disposizione energie e beni propri. Un reportage tra quanti tentano di creare relazioni, rifondando in questo modo il senso di comunità. Una dimostrazione del fatto che si può cambiare anche a 70 anni e che si fa politica anche fuori della politica. E’ tutto questo “Porte aperte – Viaggio nell’Italia che non ha paura”, pubblicato da Piemme, (380 pagine, 18,90 euro), in cui Mario Marazziti racconta il suo viaggio tra singoli e gruppi che in Italia, da Nord a Sud, hanno accolto immigrati, anche grazie ai Corridoi umanitari, offrendo loro ospitalità, integrazione e la possibilità di costruirsi un futuro. La forza del libro, oltre che nella scrittura efficace, sta nei ritratti di persone e situazioni che Marazziti, saggista e portavoce della Comunità di Sant’Egidio, ha conosciuto girando l’Italia in lungo e in largo, anche se, spiega, non ha esplorato tutto il territorio perché, raccolto tanto materiale, ha preferito cominciare a pubblicarlo. Un libro di volti e storie, arricchito nelle Conclusioni da una analisi della situazione dei migranti, delle paure di chi dovrebbe accogliere, delle possibilità di farlo anche grazie a esperienze come quella dei Corridoi umanitari, partita in Italia grazie a Sant’Egidio e Chiesa valdese, e che si va diffondendo in Europa: “da progetto pilota a modello praticabile”. Accogliendo persone in fuga dalla guerra, dalla fame, dalla persecuzione, gli italiani incontrati da Marazziti ci danno un quadro diverso dalla vulgata di paura e ostilità italiane verso gli immigrati che abbiamo visto diffondersi negli ultimi anni, e ci restituiscono un popolo più umano, che nonostante le difficoltà economiche e l’individualismo dilagante non ha del tutto smarrito il senso della solidarietà. Con il libro  Marazziti ha esplorato una Italia diversa da quella che viene quotidianamente e insistentemente rappresentata, anche da certa politica, come paurosa ed egoista, priva di slanci e creatività, smontando la vulgata leghista di una invasione di immigrati da respingere a colpi di muri e di blocchi dei porti.  Il libro ha scovato e descritto frammenti di fraternità in “un tempo in cui sembrano liquefarsi le reti di connessione tra le persone, e in cui “nella perdita di un centro e nella crescita delle solitudini ad ognuno è offerta l’idea del proprio io come centro, e questo indebolimento delle relazioni e dei corpi intermedi verticalizza i rapporti e rende fluttuante, ondivaga, la politica”. E ha ricordato a noi tutti “il grande rischio che per inerzia sul terreno dell’immigrazione cambi di fatto la Carta materiale della Ue, rinunciando al cuore di una democrazia inclusiva e di una democrazia umanitaria che hanno caratterizzato la genesi e la necessità storica ed economica dell’Europa unita”.

 

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© 2019 Giovanna Chirri

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